Irresistibili insidie

rubrica Leggere negli anni verdi

école 1995 (?)

                                                                                                           

Avevo chiuso la puntata precedente di questa rubrica dicendo che smettevo di scrivere per mettermi a leggere ancora una volta un paio di libri di Singer e Giacoma Limentani; e dicevo altresì che intendevo riprendere a scrivere solo quando avessi potuto annunciare l'avvenuta ripubblicazione di quei libri bellissimi e però introvabili.

   Era un'affermazione sentita, un impegno vero, ma mantenerlo non è stato facile. In questo mese, infatti, sono usciti diversi libri che beffardamente mi si son messi davanti a insidiosamente assediarmi, e resistere non è stato facile.

   Si è presentato subito, infatti, il Pinocchio pubblicato nella collana "Gl'istrici" da Salani, con le illustrazioni di Fiorenzo Faorzi e un'introduzione del 1955, su Carlo Collodi, di Felice Del Beccaro. E poi è arrivato Chinua Achebe, con due fiabe, Il flauto e Il tamburo (Mondadori); poi, nella collana "I delfini" di Bompiani, un'edizione di Picccole donne della Alcott con l'introduzione di Antonio Faeti; le Fiabe zingare (Rusconi Libri) di Krzysztof Wiemicki; I giorni della mia giovinezza di Ana Novack (Mondadori). E la Salani ha annunciato, dopo il bellissimo L'isola in Via degli Uccelli, l'imminente uscita di un altro libro di Uri Orlev, La regina della terra promessa.

    Ma poi alla congiura contro il mio quasi solenne proposito hanno contribuito anche altri libri, e questi, non avendo essi nemmeno, per cosi dire, l'alibi di essere, "istituzionalmente" o quasi, diretti a lettori bambini o ragazzi, hanno minato il mio intento con ancora maggiore perfidia. La tentazione di scrivere un pezzo su Le storie di Rabbi Nachman di Martin Buber, pubblicato da Guanda, è stata molto forte; altrettanto forte è stata quella scaturita dalla pubblicazione presso Anabasi di una nuova edizione de Il ragazzo selvaggio di Jean Itard. E ancora più difficile è stato resistere all'impulso di scrivere a proposito di un importante libretto pubblicato da Mursia nella collana GUM: Antòn Cechov, La steppa e altri racconti sui bambini, a cura di Anna Ferran.

   Cechov, Buber, Itard non sono "scrittori per bambini", non appartengono alla cosiddetta letteratura per l'infanzia, eppure se penso a questi libri mi viene da pensare che un ragazzo appena un po' grande... e un ragazzo con accanto un adulto che davvero gli voglia un gran bene... e un adulto che voglia capire...

   Mi fermerei qui, anche perché già sento i mangiatori di foglia che ammiccano autocompiaciuti per avere scoperto il mio gioco, il pacchiano artificio retorico dietro cui si sono convinti che mi stia nascondendo. E invece no, cari fogliofagi, non c'è nessun gioco: scrivendo questo pezzo non ho mancato al mio impegno. Infatti quel che auspicavo nella scorsa puntata è quasi avvenuto, e per salvarmi l'anima mi faccio bastare anche il quasi. Si, del libro di Singer non c'è ancora traccia, e nemmeno è stato ripubblicato Il vizio del faraone. Di Giacoma Limentani c'è però un nuovo libro, che si intitola ... e rise Mosè (Einaudi Ragazzi) ed è un bellissimo libro importante per tutti.

   Basta così, allora. E ora sarà meglio che vada a dormire. Devo solo scegliermi un libro per chiudere davvero bene la giornata. E allora farò come racconta Attilio Bertolucci in Il libro per la sera (in Aritmie, Garzanti), e prenderò anch'io «quel libro di modeste proporzioni che rivela all'aspetto consunto e slabbrato il grande uso che se ne è fatto. [...] È La steppa, "storia di un viaggio", di Antòn Cechov. Che cosa potevo pretendere di più caro di quella carretta sgangherata diretta, un mattino di luglio, verso la steppa e il profumo dei suoi innumerevoli fiori selvatici?

    Quale libro migliore per la mia sera, più dolcemente intriso di vita? Caro, caro Bertolucci.