| Perduri la mia gioia rubrica Leggere negli anni verdi école dicembre 1996 | 
                                                                                                           

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             Che
          la mia gioia resti, Raphael
          Bidonne suona e suona. "Come un mistico canto d'amore",
          Bidonne suona il corale di Bach, nell'ultimo dei Sette racconti di
          Michel Toumier, pubblicato nella traduzione di Anna Carpi nei
          "Tascabili dei ragazzi" della Vallardi - ma già ne Il
          gallo cedrone (Garzanti), in edizione non-per-ragazzi, si poteva
          sentire lo stesso corale, seppure diversamente intonato, che la voce
          traducente di Maria Luisa Spaziani rendeva Perduri la mia gioia. E
          io: Che la mia gioia resti, Perduri la mia gioia - mi suono nella
          mente trasognato.  Qualche
          numero fa elencavo i dieci libri, leggibili "negli anni
          verdi", che a mio parere si potranno o dovranno portare ancora
          appresso nel secolo che arriva. E dicevo altresì della difficoltà,
          dell'imbarazzo a decidere quale di essi rimuovere dall'aureo elenco
          per potere accogliervi l'ultimo romanzo di David Grossman, Ci sono
          bambini a zigzag, Mondadori 1996, traduzione di Sarah Kaminski e
          Elena Loewenthal. [Digressione su quest'ultima: Elena Loewenthal va
          ricordata per avere tradotto, sempre con Sarah Kaminski, libri
          straordinari come Il libro della grammatica interiore di
          Grossman (Mondadori), Inventario di Yaakov Shabtai (Theoria), La
          rondine dell'anima di Michal Snunit (Mursia); per la cura, da
          sola, delle Favole della tradizione ebraica, Arcana, Le
          leggende degli ebrei di Louis Ginzberg per Adelphi, la Mistica
          ebraica per Einaudi; inoltre va ricordata la sua rubrica "Judaica"
          nel supplemento domenicale del "Sole 24 ore" e due libri,
          editi da Frassinelli e
          da Baldini & Castoldi. Ora è uscito anche un suo libretto presso
          Einaudi Ragazzi, I bottoni del signor Montefiore e altre storie
          ebraiche: lo segnalo per partito preso, senza averlo letto -
          e aggiungerò che
          sì, è uscito troppo tardi rispetto ai tempi di questa rubrica, ma
          che per leggerlo bisogna riuscire a superare l'ostacolo costituito
          dalle illustrazioni di Anna Curti, il cui segno, parimenti al nome,
          continua ad avere preoccupanti assonanze e consonanze con la Valle
          degli Orti. Digressione aggiuntiva: hai presente le tavole del grande
          Emanuele Luzzati per l'edizione Adelphi di Gli uomini del Libro.
          Leggende ebraiche, di Giacoma Limentani? Sì, proprio quelle
          imperdonabilmente sparite dalla riedizione Feltrinelli del libro della
          Limentani, Ecco: due mondi inconciliabili.] Dicevo
          dunque, prima delle digressioni, del libro di Grossman, nel quale
          continuo a frugare, senza riuscire a decidere quale di quegli aurei
          dieci possa "sostituire". Quel
          che mi sembra di poter sostenere tranquillamente è invece che a
          venire depennato non potrà essere L'isola del tesoro, di cui
          è ora uscita un'altra bella edizione, che altro non fa se non
          perdurare la gioia. Certo, continuo a pensare che le migliori edizioni
          siano quella di Einaudi (traduzione di Piero Jahier, senza
          illustrazioni!) e quella di Adelphi (traduzione di Lodovico Terzi, con
          quindici illustrazioni di N.C.Wyeth), ma anche questa nuova, tradotta
          da Laura Cangemi per una nuova collana di classici della Piemme che
          riproduce l'edizione Gallimard, merita di essere tenuta presente. Le |