Amicizia alla prova

école giugno 2000

                                                                                                           

Ebbene, sì: è veramente dura. Uno coltiva dei valori - magari per degli anni, dei decenni - e poi basta un postino e precipita tutto. Tra l'altro, valori come l'amicizia, come la curiosità intellettuale, l'apertura - mica scherzi, insomma. Mettiti comodo che adesso ti racconto. Ecco, ero qui, proprio nella stessa posizione in cui mi trovo adesso, e stavo scrivendo per questo stesso pezzo. In sottofondo Schubert, lì la gatta addormentata. Alle spalle una discarica di libri da lasciar perdere - guarda pure, ce ne sono in mezzo anche dei carini, con dei bei disegnini, con dei bei raccontini (meglio i disegnini, comunque, perché troppi raccontini sono un po' troppo ini). Davanti una bella pila di libri davvero belli, proprio quelli giusti da consigliare per le vacanze estive. Nella mente un bell'espediente retorico che mi faceva compiacere di me stesso al pensiero che avrei potuto addentrarmi ancora una volta in quella che Orsetta Innocenti (in La Letteratura giovanile, Laterza 2000) chiama felicemente "la "terra di nessuno delle letture estive" tenendomi ben alla larga dall'"odiato mucchio delle letture scolastiche coatte", come dice ancora la Innocenti (la quale fa più che trapelare, dalla pur strettissima gabbia delle ottanta pagine del libretto citato, di essere dotata di notevole acutezza di sguardo, ma voglio riparlarne). Sì, perché i libri che intendevo consigliare - sì, sì, sono ancora lì, la piletta davanti a me - hanno a che vedere con la musica e con la pittura, con l'arte e con la vita, sono acqua che salta e che balla, altro che scuola. Si tratta infatti delle ultime poesie del grande Ted Hughes (La borsetta della sirena, Mondadori); la riedizione de La foresta radice labirinto di Italo Calvino (Mondadori); una scelta delle Fiabe campane di Roberto De Simone, con le ironicamente perfide illustrazioni di Altan (E.Elle); la nuova edizione - con splendide illustrazioni di Franco Matticchio - di quel libro mirabile che è La casa incantata di Furio Jesi; le Fiabe di Nazim Hikmet dipinte da Fabian Negrin, Il nuvolo innamorato (Mondadori); Due grilli e un flauto (Edizioni C'era una volta...) di Patrizia de Rachewiltz dipinti da Pia Valentinis (caro Alfredo Stoppa, editore C'era una volta..., perché non pubblichi come sai fare tu tanti libri, molti dei quali illustrati dalla Valentinis?). Ecco, sì, libri così, che possono leggere anche bambini e ragazzi, senza dubbio, ma che avrei suggerito soprattutto agli adulti, per mostrare ancora una volta cosa si possa perdere qualora si rimanga invischiati nelle anguste stanze del pregiudizio.

A quegli stessi adulti mi apprestavo poi anche a sibilare che, oltre a stare attenti di non privare di quelle delizie i loro figli o allievi o amici più giovani, non trascurassero di incrementare le loro possibili felicità con alcuni libri soltanto per loro, meno immediatamente e direttamente connessi agli anni verdi. Che so?, Ombre sull'Hudson del grande grandissimo Isaac Bashevis Singer (Longanesi 2000), i saggi narrativi di Antonetla Anedda (La luce delle cose. Immagini e parole nella notte, Feltrinelli 2000), lo studio di Nicola Siciliani de Cumis su Zavattini e i bambini. L'improvviso, il sacro e il profano (Argo 1999), Danse macabre di Stephen King (Frassinelli 2000), o i luminosi saggetti di Peter Bichsel appena usciti presso Marcos y Marcos, Questo mondo di plastica.

Stavo appunto per cinguettare questi suggerimenti, quando ho sentito suonare due volte alla porta. Chissà se per il suonare due volte oppure perché mi echeggiava nella mente il saggio di chiusura del libro di Bichsel (che si intitola Il postino), il fatto è che ho subito pensato si trattasse del postino - il suo arrivo mi stuzzica sempre molto, e così ho aperto senza esitazioni. Era proprio il postino. Mi ha consegnato il solito pacco misto di cose piacevoli inutili e dannose, io l'ho guardato con le mie solite tre facce del caso e siamo tornati subito ai rispettivi mondi.

Nella posta c'era anche l'ultimo numero di "Liber", la davvero bella rivista trimestrale della Biblioteca "Gianni Rodari" di Campi Bisenzio, diretta con intelligenza e passione e competenza autentiche dai bravissimi Domenico Bar tolini e Riccardo Pontegobbi. Ho subito messo da parte tutto il resto - certo, in nome di valori come l'amicizia, la curiosità in tellettuale, l'apertura - anche perché fin dalla copertina era annunciata una invitante tavola rotonda: Cosa conservare sugli scaffali della biblioteca del Duemila? Classici che non hanno perso il loro smalto e Libri contemporanei che saranno letti per molto tempo ancora. E non solo, ma anche perché i partecipanti alla tavola rotonda erano quattro studiosi autentici, nonché amici carissimi nei confronti dei quali nutro davvero una grande stima: Emy Beseghi, Roberto Denti, Walter Fochesato, Fernando Rotondo.

Ho letto avidamente le pagine della loro bella conversazione, contento di avere accantonato tutto il resto, contento di questa amicizia e del nutrimento che sempre ne ricevo. Li ho abbracciati a lungo, tutti quanti, per molte ragioni.

Poi un abbraccio speciale l'ho riservato a te, Fernando, perché hai messo in evidenza Uri Orlev e il suo L'isola in via degli uccelli; un altro abbraccio speciale a te, Roberto, per Mark Twain; e un altro ancora a te, Walter, per Il vento nei salici di Kenneth Grahame. E a te, Emy, un abbraccio specialissimo, perché oltre che di Pinocchio e di Collodi hai detto di Ted Hughes, di Carmen Martin Gaite, di Amos Oz, degli israeliani.

Però vi aspetto tutti e quattro, domani, a mezzogiorno, dietro il convento delle Carmelitane, armati di giustificazioni adeguate del non avere mai - in sette pagine, quattordici colonne, sessantasei interventi -, del non avere mai, nemmeno di sfuggita, neppure nominato quel grande tesoro, quella grande isola di tesori che ci ha cantato Stevenson.