Quattro lettere (per Grossman)

rubrica Leggere negli anni verdi

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Carissimo David Grossman,

ho letto e riletto, regalato e consigliato, e sempre con entusiasmo, tutti i tuoi libri: da Vedi alla voce: amore a Il libro della grammatica interiore, da Il vento giallo a Un popolo invisibile, da Il sorriso dell'agnello a L'uomo che corre, da Le awenture di Itamar a Ci sono bambini a zigzag a Il giardino d'infanzia di Riki (tutti pubblicati in italiano da Mondadori in ottime traduzioni di Gaio Sciloni, Sarah Kaminski e Elena Loewenthal, Giorgio Voghera, Alessandro Guetta, Gabriella Moscati). Li ho citati spesso anche qui, in questa rubrica, con vari pretesti, giacché non esito a pensare che si tratti di libri tra i più ricchi e preziosi anche per capire davvero qualcosa degli "anni verdi". Non solo; due anni fa, appena il libro uscì, in diverse occasioni ho anche scritto e detto che probabilmente con Ci sono bambini a zigzag ci avevi dato L'isola del tesoro del Novecento. Era un azzardo da prima impressione, ma poi, riflettendo e rileggendo, sempre più mi sono convinto che è davvero così. Con in più, rispetto a quella meraviglia che è il romanzo di Stevenson, le tre splendide figure femminili del tuo libro: Gabi, Lola, Zohara. In estrema sintesi: un grande libro al di là di ogni tempo, uno splendido libro per tutti. Sono ben consapevole, con que sta affermazione, di non renderti, almeno qui in Italia, un buon servizio. l'inevitabile catalogazione del tuo libro nel "settore ragazzi" farà subito affiorare le infinite sfumature della spocchia, e folle di nasi avvolti nella puzza, e risolini, sguardi di sufficienza, e pacche sulle spalle, e sorrisi sforzati senza nerbo. Questo, i benevoli -o quasi. Dai malevoli, invece, liquidatori colpi di ramazza - apprezzabili, beninteso, in quanto inequivoci, ma comunque intollerabilmente miopi e meschini. La conseguenza, in entrambi i casi, non potrà che essere la mancata lettura, il rifiuto di "abbassarsi" e "perdere tempo in bambinate", l'omaggio riverente al rigoglioso e rassicurante sistema filosofico dell'Ignoranza Sintetica A Priori. E invece Ci sono bambini a zigzag (uscito ora negli Oscar) è un grande libro, un grande libro iniziatico, tanto lieve quanto profondo, tanto avvincente quanto complesso. Con, forse, soltanto il difetto, per chi ne voglia parlare, di non poter essere raccontato fino in fondo se non al prezzo di privare chi abbia intenzione di leggerlo dei piaceri annidati nell'andare da soli e vergini verso le agnizioni e il gran teatro. Dotato in più, rispetto a molti altri grandi libri, del pregio di essere appunto leggibile anche da un ragazzo. Adesso però c'è un problema. Presso Mondadori, nella collana "Junior - 8", per la traduzione di Angela Ragusa, è appena uscito un tuo nuovo delizioso librino, Un milione di anni fa. Un libro squisito in cui si racconta (lo dico per gli eventuali intercettatori di questa lettera privata) di Gidi, un bambino che, allontanatosi mentre il padre sta riparando una ruota bucata in uno zoo-safari, si ritrova su un albero in compagnia di uno scimmiotto con il quale si sente in singolare sintonia e con la vaga sensazione di averlo già conosciuto da qualche imprecisata altra parte. Il padre, vedendo il figlio sull'albero, agilmente lo raggiunge e, "usando quella voce speciale con cui raccontava le storie", comincia a narrargli di quel tempo strambo e lontano in cui il cielo e la terra non avevano ancora deciso chi dovesse star sotto e il sole verde e il sole azzurro si contendevano il re gno del mondo; di quel tempo in cui il nobile dinosauro bianco si azzuffò con la sua stessa coda e questa se ne volò in cielo e diventò la luna; di quel tempo in cui tutte le creature stavano insieme e camminavano camminavano verso un grande deserto giallo circondato da montagne rosse per arrivarci prima che il mondo iniziasse: tutti insieme, "giganti e gnomi, nonno Isacco, panda, angeli del cielo e un imperatore cinese e Ruti, la figlia dei nostri vicini, e draghi sputafuoco; di quel tempo, negli ultimi giorni prima del caos, in cui il bambino e lo scimmiotto Yoyo, "due adorabili scimmiotti", se ne sono andati via insieme e si sono divertiti a "stare seduti sul ciglio del mondo e dondolare le gambe nel vuoto", promettendosi di incontrarsi e riconoscersi sempre in qualunque futuro. E poi di quell'ultima notte, quando, "mentre dormivate in una grotta, d'un tratto si è sentito un suono sommesso e lontano. Un suono sommesso e triste. Come se qualcuno piangesse in fondo, in fondo al mondo (...) e gli alberi non avevano più ali ma rami, e splendeva un nuovo sole: era giallo e splendeva in alto nel cielo" e Yoyo è stato sospinto tra gli alberi da un branco di scimmie e Gidi, guardando il proprio riflesso nel lago si è accorto che cominciava a cambiare". Il problema ora è che ho letto questo bellissimo racconto poetico a un bambino cui voglio molto bene. Un bambino che ancora non sa leggere ma è un raffinato intenditore, un autentico buongustaio di parole e figure. Ebbene, questo bambino ha seguito incantato tutta la storia, però è insorto in armi contro il finale. Lui, sempre instancabile elaboratore di trame, restauratore di ruoli e vicende, non ha voluto sentire ragioni al pensiero che questa bellissima storia si concluda così: "guardò tutte le auto e non si può credere a quello che vide". Ha detto: "Che brutto finale. Una storia così bella non può finire in questo modo. Fatti dire come finisce davvero, e digli che faccia presto". Sì, David, fai presto, raccontaci ancora - anche perché questo bambino conosce a memoria Le awenture di Itamar ed è ancora troppo piccolo per quella meraviglia che è Ci sono bambini a zigzag.

 

Carissima Vivian Lamarque,

dovresti andare un po' più spesso a Pordenone, in Via Garibaldi, dove abitano le Edizioni C'era una volta. Dovresti anche frequentare un po' di più quel prodigio della pittura che è Maria Battaglia. Tu scrivi storie bellissime ma le pubblichi con editori (Mursia, E.Elle, Bompiani) che le corredano di illustrazioni mortificanti. Anche l'ultimo libro, appena uscito presso Bompiani, Cioccolatina, la bambina che mangiava sempre, a vedersi è sconfortante. Ti prego, fai qualcosa. Per esempio, chiedi sempre le illustrazioni a Maria Battaglia, oppure pubblica le tue storie senza disegni. Per Il flauto magico ho scritto al Ministro degli Interni, che mi sembra una persona seria, e spero di sentire presto le sirene. Hai fatto leggere alla tua Cioccolatina Ci sono bambini a zigzag di Grossman? Si entusiasmerà leggendo dell'incontro dei genitori di Nono nella fabbrica di cioccolato e delle visite che Nono e Gabi fanno a quel "santuario". Ma tutto il libro è una meraviglia.

 

Carissimo William Faulkner,

mi dispiace disturbarti un'altra volta, e ancora, come a settembre, per L'albero dei desideri. Però questa volta non è per ribadire che andrebbe riproposto, bensì per annunciare che è stato ripubblicato da Mondadori nella collana "Contemporanea" per la traduzione di Andrea Molesini. Volevo anche dirti che tu sei sempre il più grande, anche se continuo a ricordare i Bambini a zigzag di Grossman.

 

Caro signor Ministro Giorgio Napolitano,

ti scrivo perché sei il capo della polizia e devi intervenire. Il reato è questo: Maria Battaglia ha dipinto come sa fare lei le illustrazioni per Il flauto magico di Mozart e Vivian Lamarque ha scritto il testo della storia, però nessun editore italiano lo vuole pubblicare. Uno non ha la collana giusta, un altro è troppo povero, quell'altro non sa per quale età possa essere adatto, e così via. La conclusione è che il libro uscirà in edizione cinese; in italiano no. Ti prego, manda la polizia, perché i cattivi esistono davvero - mandala, altrimenti dovrò rivolgermi a un altro poliziotto, davvero tenace, il padre di Nono Feierberg, il protagonista di Ci sono bambini a zigzag di Grossman. .