Lo Scocciatore e la Rondine. Poi sarà venerdì.

su ècole 12.93

                                                                                                           

     Parlerò di un bel libro uscito di recente in una collana per ragazzi. Ma prima devo dire qualcosa a proposito della puntata precedente di questa rubrica, perché essa ha provocato fatti di stuporoso accadere. Avevo nominato due, come dire?, entità, e queste hanno provocato parole d'incuriosito e finanche stizzoso domandare. Domande non ostili, beninteso, provenendo esse da persone amiche; persone però alle quali, per ragioni da un lato biografiche e dall'altro ideologiche, i concetti, da me pressoché estaticamente menzionati, di «Centro di Lettura» e di «rondine dell'anima», sono risultati l'uno piuttosto oscuro e l'altro perlomeno irritante. Sospetto che quelle persone non siano le sole ad avere bisogno di informazioni su cosa fosse il «Centro di Lettura», così come non dubito che la «rondine dell' anima» possa aver suscitato perplessità anche in altri lettori.

    Per dire cosa fosse il Centro di Lettura mi servirò di una poesia di Andrea Zanzotto, Misteri della pedagogia (da Pasque, Mondadori 1973): «Qui si somministra la dolcissima linfa del sapere / anche ad ore impensate / e i fanciulli e i vecchi suggono / è certo che apprendono al Centro di Lettura». Anche ad ore impensate, sì, e infatti io andavo la sera, dopo cena, in una stanza della scuola elementare del paese a suggere un po' della dolcissima linfa. Non c'era mai Zanzotto a parlare di Dante, ma spesso anche lassù «bambine un po' lolite certo apprendiste magliaie / nove scolari fra elementari e medie / certo un operaio», nonché persone sociologicamente sfuggenti. Al mio paese la dolcissima linfa si trovava rinchiusa in un armadio, come anche al paese di Zanzotto: «nell'armadio ci sono / bei libri qui al Centro di Lettura / niente di marcio niente d'impostura / - anche moderni, si assicura - e / che benefit che gratificazione dà qui / il Ministero della P.I.»

Però, a differenza della «maestra Morchet assenziente tricotante» di Zanzotto, la maestra che somministrava a me in quelle sere la dolcissima linfa non nominava Dante e meno che mai ne citava dei versi. Tutt'al più sapeva che «1'Alighieri» era un sommo poeta al cui nome si richiamava una certa «Società» che inviava periodicamente fin lassù un libro che era un concentrato di sapere da donare agli alunni meritevoli. E sapeva altresì, quella maestra, che il sommo Alighieri aveva la corona d'alloro sulla testa e che, come il protagonista di un racconto del sommo Sergio Tofano, era esistito solo di profilo.

    Zanzotto, in una nota alla poesia, scrive che «questi centri sono organizzati a cura del Ministero della Pubblica Istruzione per integrare le attività scolastiche delle elementari e sono aperti a tutti». Integrava le attività scolastiche delle elementari il Centro di Lettura del mio paese? Non saprei proprio, quel che so è che le non molte persone che lo frequentavano - avessero pochi anni come me o tanti come alcuni che ricordo - varcavano le ante dell' armadio con bagliori negli occhi e il cuore che pulsava nella gola.

 

    Mi è stato chiesto da quale misticismo sia stato io colpito per consigliare con tanto trasporto la lettura di La rondine dell' anima di Michal Snunit (Mursia 1989). Mi rendo conto di avere favorito l'equivoco avendo soltanto esortato a quella lettura, senza dire nulla di preciso. Il libro, di sole 43 pagine non numerate, parla della Rondine dell'anima, che è appunto una rondine e se ne sta, ritta su una zampa, nel fondo profondo di ognuno. Se ne sta lì, ed è proprio lei che sente tutto quello che sentiamo: salta allegra se qualcuno ci vuole bene, s'incurva abbacchiata se ci si vuole male, diventa grande fino a riempire di sé tutto lo spazio dentro di noi quando qualcuno ci stringe in un abbraccio, e così via. La Rondine è fatta di cassettini, ognuno dei quali contiene tutto ciò che possiamo sentire: e così ce n'è uno per la gioia, uno per la tristezza, uno per l'invidia, uno per la speranza; c'è quello dell'illusione perduta, quello della disperazione, quello della pazienza, quello della rabbia, quello della dolcezza, quello dell' insulsaggine, e mille e mille altri, tra i quali, importantissimo, quello dei segreti più segreti, che quasi mai viene aperto. A volte l’uomo può scegliere quale cassetto aprire, indicandolo alla Rondine, ma più spesse è lei che decide per lui, e non sempre il cassetto che viene aperto è proprio quello che lui desiderava. Anzi: spessissimo uno vorrebbe tacere e invece la Rondine gli spalanca proprio il cassetto dell'incontenibile dire, uno vorrebbe essere paziente e invece si dimostra oltremodo nervoso, uno vorrebbe essere d'aiuto e invece riesce solo ad inguaiare. E poi ci sono Rondini che come primo gesto di ogni giorno spalancano il cassetto della gioia, altre invece quello del dolore; certe Rondini vengono ascoltate in ogni momento, altre solo ogni tanto, altre ancora una sola volta nella vita.

     È un libro bellissimo, La Rondine del!' anima, e d­spiace che sia così difficilmente reperibile in libreria. Incuria dell'editore? Del distributore? Dei librai? Pregiudizi di lettori religiosi? Pregiudizi di lettori laici? Chissà.

   Per quel che mi riguarda dirò che si tratta di un bellissimo libro - per bambini e per adulti - molto laico, molto delicato, molto profondo. Un bellissimo libro sull'inconscio, sulle voci interiori, sul sentire, sull' essenza di sé... E come chiamarlo, il fondo profondo? «Rondine dell'anima» è, mi pare, una bellissima soluzione. Non è l'unica accettabile, ma è molto felice. Felice almeno quanto quella di Mu, la mucca di un libro molto bello di Bernardo Atxaga, Memorie di una mucca (Piemme 1993). Infatti Mu vorrebbe sapere chi sia e come si chiami la voce che sente dentro di sé: chiede informazioni, allora, e le parlano di Angelo Custode, Spirito, Voce, Coscienza. Però niente di tutto questo le sembra davvero calzante, e così decide di dare a quella incombente voce interiore il nome di Scocciatore.

  Dice in questo momento quel Grande Scocciatore che è la mia Rondine dell''anima: «Volevi parlare di Venerdì o la vita selvaggia di Michel Toumier, uscito da poco nei 'Tascabili dei bambini' della Vallardi: perché non l'hai fatto? Per dedicargli un 'intera prossima puntata?»