Giuseppe.
          Se chiudo gli occhi rivedo il suo viso intenso e intelligente, i suoi
          capelli lunghi e sciolti sulle spalle, i suoi occhi vivacissimi e
          curiosi. E risento la sua voce meravigliosa, calda, di timbro basso,
          avvolgente, leggere una storia e trasportarmi là, in un altro mondo.
          Nei primi mesi del 2003 la Libreria Utopia, con l’aiuto prezioso di
          Filippo Trasatti, aveva organizzato un ciclo di conferenze sulla
          scuola, sul ruolo degli insegnanti, sulla lettura. Giuseppe,
          ovviamente, era relatore in una di queste conferenze, ma l’ho visto
          seduto sui gradini della sala conferenze e l’ho sentito intervenire
          con passione e intelligenza a tutte, nessuna esclusa.
          Così l’ho conosciuto e così mi ha toccato il cuore: perché era un
          insegnante meraviglioso capace di trasmettere gioia ed entusiasmo
          (come avrei voluto essere anch’io se i casi della vita non mi
          avessero “costretto” ad altri studi e altri percorsi), perché
          come me amava la lettura in modo totale e incondizionato, perché
          leggeva ad alta voce in modo meraviglioso trasformando la parola in
          vita, perché era di una curiosità inesauribile, perché aveva saputo
          conservare – forse proprio grazie alla lettura e alla passione per
          le storie – quello sguardo sul mondo fatto di candore e meraviglia
          che solo i bambini hanno. Purtroppo dopo l’estate di quell’anno è
          cominciata la sua terribile malattia ed io l’ho rivisto solo quando
          abbiamo organizzato la presentazione del suo bellissimo libro Elogio
          delle azioni spregevoli pubblicato da L’Ancora del
          Mediterraneo.
          Stava già molto male e quel giorno aveva avuto una febbre altissima,
          ma per nulla al mondo avrebbe rinunciato ad esserci e, ancora una
          volta, a regalarci la magia della sua voce che ci leggeva dei brani.
          Nella storia trentennale della libreria nessuna conferenza è stata più
          partecipata, più emotivamente condivisa, più calda d’affetto e di
          stima da parte di tutti i presenti: insegnanti, genitori,
          bambini/alunni e bambini ormai cresciuti che ancora rimpiangevano il
          loro maestro che in quest’epoca di nazi-consumismo e di predominio
          del dio denaro, aveva insegnato loro a percorrere le mille strade
          delle mille storie dei mille mondi della lettura.
          “Maestro di libertà” è il titolo della serata che abbiamo voluto
          dedicargli insieme alla Libreria dei ragazzi e mai titolo fu più
          giusto perché questo è il compito che ha cercato di svolgere
          Giuseppe in tutta la sua vita, instancabilmente, con l’insegnamento,
          con le sue letture ad alta voce, con i suoi libri: costruire uomini
          liberi.
           Fausta Bizzozzero
          Fausta Bizzozzero